All’interno del saggio del Gruppo Sbandieratori per la Giostra del Saracino di giugno 2025, è stato eseguito un estratto di circa due minuti dell’Ouverture “Coriolano”, opera n. 62 di Ludwig van Beethoven. Realizzata nel 1807 per la tragedia omonima di Heirich Collin, rappresenta una
insuperata “composizione breve” del grande musicista tedesco, frequentemente proposta nei repertori classici dalle orchestre di tutto il mondo.
Il significato dell’opera “Coriolano” va ricercata all’interno delle numerose storie e dei miti relativi alle origini di Roma antica. Il protagonista – probabilmente non un personaggio reale, ma appunto, un mito creato per celebrare la faticosa e cruenta affermazione della città di Roma sui nemici e sulle avversità della storia – sarebbe stato un condottiero romano capace di sconfiggere il popolo dei Volsci. La sua fama, successiva alla impresa militare, lo avrebbe portato a scegliere la carriera politica privilegiando gli interessi della nobiltà e sacrificando diritti e aspettative del resto della popolazione. Di fronte alla sua emarginazione, conseguente alle proprie scelte politiche, Coriolano avrebbe deciso di punire la città di Roma mettendosi a capo di quegli stessi Volsci che aveva in precedenza sconfitto.
Nella tragedia scritta da Collin e musicata da Beethoven i momenti fondamentali sono due: la furia distruttrice di Coriolano che fa strage del suo stesso popolo; le parole di Veturia, madre del condottiero che, all’ingresso della città di Roma lo ferma, supplicandolo di desistere dall’impresa di vendetta.
La scelta di questa composizione, del quale il pubblico della Giostra ha potuto ascoltare la parte iniziale corrispondente alla furia bellica di Coriolano, risiede nell’interesse del gruppo e del suo direttore tecnico Stefano Giorgini ad impreziosire i propri saggi con riadattamenti di composizioni musicali dal repertorio classico per sottolineare i momenti di pathos, le accelerazioni, e la complessità delle geometrie delle bandiere.
Aver proposto il Coriolano in questo 2025 ha un significato particolare: l’amore e le relazioni familiari, come nucleo simbolico di una delle strutture sociali alla base della perpetuazione della vita, sono in grado di fermare la guerra. Il messaggio di pace e speranza per la convivenza fra i popoli, rispetto alle miopie e gli interessi di chi governa, vuole ricordare la nostra posizione a favore della risoluzione dei conflitti attuali. Si tratta di un messaggio di ecumenismo e promozione della tolleranza: le differenze non vanno negate ma possono rappresentare ricchezza piuttosto che scontro e divisione. Nell’anno del Giubileo e nel ricordo del pontificato di Francesco, gli Sbandieratori hanno voluto dare il proprio contributo alla celebrazione della vita e della pace sulla distruzione e le sofferenze.
La concordia e la speranza di fratellanza fra i popoli ci sia sempre da guida e da ispirazione, come sempre cerchiamo di sottolineare coi colori delle nostre bandiere.
da “L’Alfiere” – n. II – 2025, pag. 7
Simone Duranti