In occasione della recente trasferta in terra brasiliana abbiamo avuto l’onore di incontrare il Console italiano a Curitiba, il Dott. Salvatore di Venezia, il quale ci ha concesso un’interessante intervista che ci ha consentito di conoscere meglio la città che ci ha ospitato, le motivazioni della nostra presenza e della sua storia personale. Riportiamo quindi la cordiale chiacchierata con il Console.

Console, cosa si prova a rappresentare l’Italia nel mondo ed in particolare in Brasile?

Questa di Curitiba non è la mia prima esperienza in Brasile, in precedenza ho prestato servizio a San Paolo per sei anni e sono tornato con piacere per l’accoglienza che questo grande paese offre. Qui nel Paranà e nel Santa Caterina, i due stati che seguo, il 40% della popolazione ha origini italiane, una comunità molto attiva e di cui fanno parte anche il Sindaco di Curitiba, dottor Rafael Greca, e lo stesso Governatore del Paranà: ne derivano entusiasmo e gratitudine per il nostro lavoro che facilitano molto le attività consolari, anche perché negli ultimi 30-40 anni c’è stata una grande riscoperta dell’Italia e delle sue tradizioni.

Riccardo Soldani con il Console Salvatore di Venezia

Curitiba è il secondo Consolato in Brasile – dopo San Paolo – per quantità di italiani iscritti, circa 120.000: un numero che rappresenta una sfida e che ci impegna al massimo.

Può farci un piccolo excursus su tutte le sue esperienze da diplomatico per lo Stato italiano?

Come accennato, questa è la terza volta che mi trovo a svolgere incarichi diplomatici in Brasile; ormai posso dire di sentirmi italo-brasiliano, anche se ho avuto altre esperienze lavorative.

Senza dimenticare i tanti anni trascorsi a Roma, ho prestato servizio per oltre quattro anni a Madrid, per poi spostarmi in Canada, a Toronto, dove vive una splendida comunità italiana e dove auguro che possiate portare il vostro meraviglioso spettacolo. A giugno 2023 andrò in pensione: tirando le somme, posso dirmi estremamente contento del mio percorso professionale, che mi ha portato a conoscere paesi diversi per cultura e tradizione, e che mi ha permesso di incontrare tante persone che hanno lasciato qualcosa nel mio bagaglio culturale.

Il pensionamento la riporterà in Italia?

L’Italia è la mia patria e sicuramente vi tornerò spesso, ma mia moglie, che ho conosciuto nel 2010, è brasiliana, quindi per il momento non prevedo un ritorno definitivo.

Signor console, un pensiero invece sulla Festa “Mia Cara” alla quale ci avete invitato.

Ho iniziato a pensare ad una festa dedicata all’Italia già nel 2011, quando sono arrivato in Brasile la prima volta: mi ero accorto che quasi tutte le altre comunità presenti, ad esempio quelle polacche e giapponesi, già organizzavano feste che esaltavano la loro cultura. Dal momento che all’estero si ha un’immagine particolarmente storico-folcloristica dell’Italia, mi sembrava necessario e doveroso invitare qualcuno che arrivasse direttamente dal nostro paese.

Il Gruppo con il Console Salvatore di Venezia

Nelle dieci edizioni di “Mia Cara” abbiamo invitato tanti artisti italiani, permettendo alla popolazione di Curitiba di conoscere le tradizioni italiane, non solo folcloristiche. La mia soddisfazione è quella di aver accompagnato il progetto fino a questa sua decima edizione, sono certo che ne rappresenterete il fiore all’occhiello.

La ringraziamo, è per noi un onore far parte di questo che a pieno titolo sarà annoverato tra i più prestigiosi eventi a cui abbiamo preso parte.

Ne sono onorato, anzi penso di potermi sbilanciare dicendo che è un onore anche per la città e la popolazione di Curitiba! Ovviamente mi piacerebbe ricevere copia del vostro periodico, così che possa ricordare ancora di più questi momenti passati insieme.

Lo faremo sicuramente. Una domanda su Curitiba: in cosa si differenzia rispetto alle altre città del Brasile? Ha vissuto particolari sviluppi negli ultimi anni?

Curitiba si discosta un po’ dallo stereotipo della città brasiliana, innanzitutto per il clima che somiglia molto a quello italiano, trovandosi a circa 1000 m sul livello del mare. Quando qualcuno pensa al Brasile si immagina il sole ed il caldo, invece come avrete potuto constatare a Curitiba esiste l’inverno. Sono molti i punti a suo favore: la qualità della vita è decisamente buona, è pulitissima e ordinata, la viabilità sia con mezzi di trasporto personali che pubblici è ben articolata e risulta davvero difficile trovare il caos di altre metropoli quali Rio o San Paolo. Mi sento di affermare che, nonostante conti circa due milioni di abitanti, a Curitiba si vive molto bene.

Abbiamo letto, prima di arrivare, che Curitiba è considerata una delle città più innovative e futuristiche del Brasile.

È vero. Tenete conto che tutto è iniziato negli anni ‘70 del XX secolo, quando l’allora Sindaco Jaime Lerner, in quanto urbanista, decise di rivoluzionare il sistema di trasporto, creare numerosi parchi e spazi verdi, migliorando la vivibilità della città e proiettandola verso il futuro tanto che ancora oggi vive della rendita dovuta a quei momenti.

A questo punto siamo curiosi di un suo giudizio sul nostro spettacolo odierno.

Prima di tutto quella che ho visto oggi è stata la vostra prima esibizione e quindi sono già curioso di poter vedere le altre. Negli anni ho avuto modo di assistere ad altre esibizioni di sbandieratori ma devo dire oggi, anche se a gruppo ridotto, avete riscosso un grande successo. Sono felice perché è la prima volta che portiamo uno spettacolo come il vostro in questa città, spettacolo che dimostra il vostro attaccamento ad antiche radici culturali e storiche, che si mantiene e si tramanda nel tempo. Sono certo che, come già avete avuto modo di constatare e come vedrete per tutto il tempo del vostro soggiorno, l’accoglienza da parte del Brasile per il vostro spettacolo sarà alta ed i cittadini ne saranno entusiasti.

Visto che dall’anno prossimo avrà più tempo disponibile, la invitiamo fin da adesso ad Arezzo, come nostro ospite speciale, in occasione della Giostra del Saracino.

Prenderò congedo in Italia dal Ministero degli Affari Esteri il 30 giugno, quindi chissà che non riesca a ritagliarmi qualche giorno per venire ad Arezzo a vedere l’edizione notturna della Giostra del Saracino!

Un’ultima domanda: dopo una vita passata in giro per il mondo, c’è mai stato un momento in cui le è mancata l’Italia o in cui dentro di sé ha detto “voglio tornare in patria, voglio tornare alle mie radici”?

Come detto, non ho vissuto tutta la mia vita lavorativa all’estero. Non posso negare che, anche se questa attività ha tantissimi aspetti positivi, a volte l’Italia mi manchi e resti per me un punto di riferimento. Devo però osservare come fare il console italiano permette non solo di rappresentare l’Italia ma di parlare del mio paese tutti i giorni. È quindi il mio stesso lavoro che… mi fa sentire in Italia anche se fisicamente mi trovo oltre oceano!

La nostra piacevole chiacchierata termina qui. Salutiamo con gratitudine il Console Salvatore Di Venezia, con l’augurio di godersi al meglio l’ormai prossima e meritata pensione, e rinnovandogli l’invito ad Arezzo!

 

da “L’Alfiere” – n. IV – 2022, pagg. 2-3

Riccardo Soldani, Roberto Vestrini