A conclusione del periodo di mandato elettivo, è il momento di tracciare una sintesi del triennio trascorso e dello stato della nostra associazione.

Sgombriamo subito il campo e senza più usare mezzi termini diciamocelo: è stato il periodo più difficile della nostra storia ultra-sessantennale. Mi riferisco ovviamente all’ultimo biennio (mentre il 2019 è stato ricco di soddisfazioni per il Gruppo Sbandieratori), periodo nel quale l’emergenza pandemica ha fatto sentire fortissima la sua influenza nefasta.

Le associazioni, per definizione, vivono di relazioni, di socialità, di condivisione e di impegno continuo nella propria missione. Dover fermare senza preavviso il volano delle attività, e quindi interrompere bruscamente i meccanismi che cementano e fanno funzionare realtà come la nostra, poteva risultare distruttivo. Non sono pochi i sodalizi meno strutturati che non hanno retto all’emergenza e già hanno ammainato bandiera.

Ma con orgoglio oggi possiamo dire che NOI ne usciamo a testa alta. Non senza conseguenze, sia chiaro: l’associazione è cambiata, siamo tutti invecchiati quasi senza aver “vissuto” gli ultimi due anni, abbiamo avuto conseguenze nel numero dei componenti effettivi, soprattutto nella fascia dei giovanissimi, e si fa fatica ad assicurare il ricambio generazionale, le occasioni di vita sociale sono giocoforza ancora ridotte e il quadro delle manifestazioni e degli eventi a cui di solito partecipiamo fa fatica a ripartire e tornare a regime.

Ma nelle sue fondamenta la nostra solidità è preservata. Sotto la guida di un ottimo Consiglio Direttivo, che ho avuto la fortuna e l’onore di presiedere, ci siamo trovati a gestire una situazione imprevedibile e mai affrontata prima, riuscendo a governare e contenere le difficoltà con coesione, pragmatismo e resilienza.

Da Presidente, desidero ringraziare per il loro lavoro e il loro impegno tutti coloro che hanno avuto a cuore le sorti dell’associazione. Non era per nulla scontato, ma più volte, in queste colonne, ho sottolineato la bontà del nostro modello, positivo ed aggregante. Faccio leva sul nostro senso di appartenenza nel sollecitare ciascuno di noi a proseguire nello sforzo comune di traghettare la nostra realtà definitivamente fuori da questo tsunami e guardare con fiducia al futuro, che ci vedrà – siatene certi – ancora protagonisti. Non è questo il momento dell’indifferenza, dell’improvvisazione e del disimpegno.

Ecco quello che ci resta, e che viene portato in dote al prossimo Direttivo e al tanto lavoro che lo aspetta: compattezza, amicizia, spirito di corpo, visione, serietà, senso di responsabilità, dedizione, organizzazione, professionalità, capacità di adattamento. Su queste basi, nonostante lo scenario mutato, non si può che continuare ad essere un saldo punto di riferimento nella nostra comunità.

 

da “L’Alfiere” – n. I – 2022, pag. 1

Giovanni Bonacci