Mi diverto a parafrasare la canzone di Lucio Dalla per commentare assieme a voi questo sciagurato 2020, che ha visto stravolgere le nostre vite e le nostre abitudini. L’emergenza pandemica ha sottratto molte certezze e costretto a rinunce che hanno avuto ripercussione su tanti aspetti del nostro modo di vivere.
Non solo perché si esce poco la sera, compreso quando è festa, ma anche perché ci ha obbligato a vedere le cose con occhio diverso e a reprimere molti comportamenti ai quali siamo sempre stati abituati e che fanno parte del nostro modo di essere “animali sociali”.
Parliamo di noi, attivisti e soci Sbandieratori: assieme formiamo un gruppo, fra noi diamo vita ad un’associazione, in sostanza rappresentiamo ciò che abbiamo imparato a chiamare “assembramento”. Il nostro essere collettività si estrinseca negli scopi espressi dal nostro Statuto, che “persegue il fine di aggregare”. La nostra socialità si manifesta negli allenamenti e si esalta nelle esibizioni e nelle trasferte, dove cerchiamo il contatto col pubblico per offrire uno spettacolo all’altezza del nostro blasone.
Ci manca la tensione della Giostra del Saracino, ci manca la preparazione per la trasferta, ci manca la goliardia e il senso di amicizia che ci accomuna e ci rende un corpo unico, ci manca il poter vivere la nostra sede in allegria. L’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va.
Questo sciagurato 2020 ci ha portato via tutto questo, assieme alla dolorosa perdita di cari amici come Nicola, Rodolfo, Pierpaolo. Ma siamo ancora qui, e ognuno farà la sua parte.
Guardiamo al nuovo anno con occhi di speranza e consapevoli che usciremo da questa prova più forti di prima: il nuovo anno porterà una trasformazione, e tutti quanti stiamo già aspettando.
Noi ci stiamo preparando, è questa la novità.
da “L’Alfiere” – n. IV – 2020, pag. 1