La misura è colma. Volevamo e dovevamo parlare, in questo numero, di Giostra del Saracino, della edizione in notturna di giugno, dell’entusiasmante saggio dei nostri ragazzi, della strabiliante superiorità della coppia Cicerchia-Scortecci, di quale esibizione ci presenteranno gli Sbandieratori nell’appuntamento di Settembre.
Invece siamo di nuovo alle prese con episodi che poco, anzi niente, hanno a che fare con la Giostra.
Per l’ennesima volta, dobbiamo fare i conti con un manipolo di stupidi che in punti diversi lungo la sfilata ed in Piazza Grande, hanno offeso, infamato, disturbato, dileggiato gli Sbandieratori, i Musici della Giostra, l’Araldo, perfino i fantini, ritenuti loro, almeno fino a poco tempo fa, intoccabili e “sacri”, in virtù di quello spirito cavalleresco e di onore che contraddistingue – o dovrebbe – tutta la manifestazione. Offendere, nel nostro caso, venti o trenta ragazzi in costume che per tutto l’anno di allenano, sudano, si sacrificano, onorando e onorandosi di portare le bandiere della Città in giro per il mondo, orgoglio di Arezzo ed espressione genuina di passione ed attaccamento non è, crediamo, un gran bell’affare.
E gli Sbandieratori non sono più disposti a tollerare tutto ciò. Ci siamo attivati – per quanto di nostra competenza – per denunciare e stigmatizzare tali deprecabili comportamenti. Chiediamo ed invitiamo ancora, quanti deputati per ruolo, compiti e doveri istituzionali, a provvedere ed intervenire al fine di porre fine a questo andazzo. La Giostra del Saracino è patrimonio di tutti gli aretini, della Città e pensiamo non debba e non possa essere sciupata e lasciata in mano a questa minoranza di facinorosi, sciocchi e prepotenti “sedicenti quartieristi”.
da “L’Alfiere” – n. III – 2017, pag. 1