Roberta Benini, avvocato, balestriere, consigliere comunale a Volterra, impegnata nel sociale e nel volontariato, nonché Presidente del Comitato Toscano delle Rievocazioni Storiche. Chi meglio di Lei potrebbe parlarci di questo mondo, delle sue prospettive e, perché no, delle sue potenzialità.

Intanto Roberta, presentati, nel caso avessi omesso qualche titolo o qualche incarico introducendo questa nostra chiacchierata.

Preferisco presentarmi come una semplice rievocatrice storica, un’appassionata di questo mondo che da tanti anni cerca di esprimere quella vivacità che contraddistingue ogni angolo dell’Italia e in particolar modo della Toscana.

Mi sento parte di quella cultura e quel patrimonio immateriale che, a fianco delle bellezze monumentali toscane, mostra quella cultura territoriale diffusa ma unica, proveniente dalle singole città, dai borghi ma anche dai più piccoli paesi.

Di che si tratta? Chi ne fa parte?

Il comitato delle rievocazioni storiche della Toscana è quell’organismo introdotto già con la legge 5/2012 che è stato riconfermato anche dalla Legge regionale n.27 del 3 agosto 2021 avente ad oggetto la Valorizzazione del patrimonio storico – culturale e intangibile e della cultura popolare della Toscana. Disciplina delle rievocazioni storiche regionali.

In base all’articolo 6 della legge regionale ne fanno parte il Presidente del Consiglio regionale, due consiglieri regionali designati dal Consiglio regionale; sette sindaci, di cui uno il sindaco del comune della Città Metropolitana di Firenze; due sindaci di comuni con dimensione demografica inferiore ai 15 mila abitanti designati dall’Associazione regionale dei comuni della Toscana (ANCI Toscana) e quattro sindaci dei comuni designati dall’ANCI Toscana; oltre ai dieci membri, uno per la Città Metropolitana di Firenze e uno per ciascuna provincia, designati dalle associazioni iscritte all’elenco regionale.

Un nutrito elenco di presenze rappresentanti, oltre al mondo associativo dei rievocatori storici, anche il mondo istituzionale, attraverso delegati del governo centrale della Regione Toscana, ma anche sindaci provenienti dall’intera regione.

Quali sono lo scopo e la missione di un Comitato del genere?

Si tratta di un organismo istituito presso la Giunta regionale con funzioni di programmazione, consulenza e proposta per il settore della rievocazione storica.

Il compito che ci siamo sempre dati è quello di essere un elemento di raccordo tra il mondo associativo e quello istituzionale, riportando le esigenze del primo ai secondi, così che le istituzioni e la politica possano conoscerle e rispondevi, attraverso un costante confronto.

Allo stesso modo cerchiamo di far crescere il mondo associativo attraverso la formazione qualitativa e tecnica derivata dalle continue evoluzioni normative, come per esempio la recente riforma del terzo settore che interessa gli scritti all’elenco regionale.

Quali sono i rapporti con le Istituzioni regionali, locali, con il mondo dei gruppi e delle rievocazioni storiche?

Come dicevo sopra il Comitato vuole essere il collegamento tra questi mondi così che ognuno possa apportate le proprie conoscenze e competenze.

Oltre alla nostra costante attività interna, cerchiamo di organizzare incontri appositamente dedicati agli iscritti ma non solo, che possano far interagire i diversi soggetti. Quest’anno, nonostante veniamo fuori da due anni difficili di “isolamento”, abbiamo fortemente voluto, oltre ad incontri provinciali gestiti e organizzati dai singoli rappresentanti delle associazioni e dalle amministrazioni comunali, anche vari incontri regionali.

Il 26 e 27 marzo scorsi abbiamo organizzato due giorni dedicati al mondo della rievocazione storica a Firenze durante i quali abbiamo coniugato incontri istituzionali e convegnistici, realizzati nella splendida cornice di palazzo Strozzi, ad una sfilata dei gruppi di rievocazione, mettendo insieme, nonostante le forti restrizioni, mille rievocatori provenienti da tutta la regione.

La Toscana pare essere particolarmente sensibile e aperta rispetto alla valorizzazione di questo mondo delle tradizioni, della cultura, della storia dei suoi borghi e città. Ne è testimonianza anche l’approvazione di recente di una legge apposita che sembra possa fungere da traino anche per analoghe iniziative un po’ in tutta Italia. È così?

Si. La Toscana è stata la prima regione a elaborare ed approvare una legge appositamente dedicata al mondo della rievocazione storica, poi ripresa anche da altre regioni. Per la prima volta la materia è stata oggetto di una normativa dedicata e non è stata inserita nell’ambito di leggi sul turismo. Questo è l’espressione concreta di una volontà di valorizzare un movimento culturale che esprime e caratterizza, come dicevo sopra, ogni angolo della nostra regione.

Nel 2021, grazie anche al forte input voluto dal Presidente Eugenio Giani, da sempre attento conoscitore di questo mondo, e dall’investimento di un milione e mezzo di euro in tre annualità, la regione ha riformato la materia con la Legge n.27/2021 che ha offerto al mondo associativo ed a quello istituzionale un modo diverso e più diretto di collaborazione, applicando a pieno la riforma del terzo settore.

Durante l’incontro organizzato lo scorso marzo a Palazzo Strozzi, il Senatore Riccardo Nencini – Presidente della Commissione Cultura al Senato – e la Parlamentare Rosa Maria di Giorgi – componente della commissione Cultura della Camera dei Deputati -, che avevamo invitato proprio per parlare della prospettiva di poter ampliare la normativa anche sul piano nazionale, hanno preso l’impegno di poter presentare e possibilmente far approvare una legge nazionale per il sostegno e la valorizzazione della rievocazione storica. Ci aspettiamo quindi presto buone notizie per tutto questo settore.

Di recente hai presenziato ad un evento ad Arezzo in ricordo del Professor Vittorio Dini, organizzato dalla Associazione Sbandieratori di Arezzo di cui lo stesso è stato ideatore e fondatore. Che idea ti sei fatta, che esperienza è stata e come vedi questa nostra realtà?

Ho avuto l’onore di poter partecipare in presenza a questo evento ed ho avuto la conferma della passione che muove questo gruppo. Conosco da tempo l’Associazione Sbandieratori di Arezzo, prima avendo appreso della sua attività grazie al suo nome e poi per averli visti all’opera sia sul campo di esibizione, che nell’organizzazione di eventi divulgativi come quello organizzato in ricordo del Professor Dini.

Devo dire che la conoscenza diretta è stata solo l’occasione per apprezzare ancora di più l’attività che l’associazione porta avanti. So bene che nel comune sentire il valore di un gruppo rievocativo si percepisce nelle piazze e durante le esibizioni. In questo gli Sbandieratori di Arezzo hanno certamente raggiunto un livello tecnico, emotivo e di presentazione altissimo. Poter però partecipare a questo evento mi ha manifestato, ancora una volta, la passione e l’intensità che muove quest’associazione, dal singolo sbandieratore, al musico, al dirigente, all’accompagnatore fino al semplice socio, per tutto l’anno e per la vita stessa delle persone.

Dall’evento è certamente emersa la riconoscenza verso la figura di un fondatore dell’Associazione, ma è affiorato altrettanto forte l’attaccamento alle proprie radici, al territorio, così come l’onore e l’orgoglio di rappresentare la città di Arezzo nel mondo e la consapevolezza di portare avanti una tradizione culturale importante tramandandola, attraverso la trasmissione diretta delle proprie esperienze, alle giovani generazioni ed a chiunque sia incuriosito da veder volteggiare bandiere. Si è trattato senza dubbio di un evento interessante, che ha avuto lo scopo sicuramente di lasciare una traccia di quello che è stato, ma credo che la riuscita dell’incontro sia stata nell’aver cercato di tracciare, partendo dai molti ricordi incentrati sul Professor Dini, una direzione per le future generazioni, consapevoli che gli sbandieratori o i dirigenti di adesso sono “solamente (passatemi il termine) i custodi di questi ricordi che mettono al servizio di chi verrà dopo.

Complimenti quindi a questo gruppo che esibendosi in tutto il mondo, rappresenta ai massimi livelli, non solo la città di Arezzo ma la stessa regione toscana. Grazie quindi per questa occasione di incontro e grazie per l’attività che svolgete.

da “L’Alfiere” – n. II – 2022, pagg. 10-11

Sergio Rossi