Dopo l’articolo sulla fisica e la matematica presenti nella Giostra del Saracino, gli amici Sbandieratori mi hanno nuovamente chiesto di scrivere sulle pagine della rivista L’Alfiere. Chiunque segua il mio progetto Eduplay.it sa bene che, oltre agli ambiti scientifici, sono anche appassionato di giochi e medioevo (altrimenti come potrei parlare di Giostra?). Queste mie due passioni si sono ulteriormente coniugate quando mi sono iscritto all’Arezzo Gaming Club, associazione situata, ad ora, a Quarata (ma ben disposta nei confronti di fondi gratuiti ad Arezzo). L’Arezzo Gaming Club è un’associazione culturale che nasce nel 2014 per mettere in comune la passione di decine di giovani della nostra città amanti dei giochi da tavolo, dei giochi di ruolo e delle miniature. Il club crede profondamente nel valore culturale e sociale di queste forme di divertimento sane, dal sapore antico, ma in continua evoluzione (anzi, in pieno boom), che uniscono al divertimento la bellezza dello stare assieme attorno a un tavolo e stringere nuove amicizie dal vivo, tant’è che stanno nascendo alcuni progetti anche nelle scuole, come il progetto GiocaRuolando.

Uno dei progetti al quale l’Associazione Arezzo Gaming Club ha aderito quest’anno è “Codex Venator”, il Codice del Cacciatore: un gioco di ruolo con una storia condivisa tra decine di associazioni in tutta Italia, ciascuna delle quali intavola partite di Dungeons & Dragons (il gioco di ruolo più famoso al mondo, grazie anche alla nota serie T.V. Stranger Things) ambientate nella versione Fantasy della propria città medievale. Questo significa che, all’Arezzo Gaming Club, una volta al mese si riuniscono una trentina di persone che giocano nel vestire i panni di intrepidi avventurieri, sapienti maghi e abili guerrieri di una Arezzo medievale riletta in chiave fantasy. Nel gioco di ruolo, ogni giocatore impersona un personaggio fittizio in una forma ludica di teatro improvvisato, nel quale una o più figure chiamate Narratori descrivono ciò che accade attorno ai personaggi e interpretano comparse e avversari. Le regole del gioco descrivono quanto ogni personaggio sia bravo in diverse azioni: i guerrieri saranno più abili a combattere e saranno facilitati nei tiri di dado per attaccare un mostro con la spada rispetto a un mago, mentre i ladri saranno più abili a intrufolarsi nelle ombre. In “Codex Venator” i personaggi sono membri di nobili casate della città scelti per cacciare gli “Abomini”, mostri e altre creature oscure e terribili che minacciano la pace della città. Ogni città d’Italia che aderisca a Codex Venator ha le sue famiglie divise tra Guelfi e Ghibellini, che richiamano esattamente le due famose fazioni medievali: i Guelfi sono i sostenitori del Dogma (la versione fantasy del papato) che estende la sua influenza mediante gli Inquisitori, mentre i Ghibellini sono i seguaci dell’Imperatore che amministra la sua giustizia attraverso i Siniscalchi.

L’ambientazione di Arezzo è stata sviscerata dal team di Arezzo Gaming Club del quale fa parte anche Giacomo Petrucci, laureando in storia medievale. Nella ambientazione aretina del gioco infatti le casate nobili sono quattro, riprese da vari periodi della storia della città di Arezzo che vengono magistralmente amalgamati in questa loro versione fantasy. Trai i Guelfi, il cui inquisitore è Guido d’Arezzo (il famoso “Guido Monaco”), abbiamo la famiglia dei Camaiani (il cui palazzo storico è oggigiorno la biblioteca cittadina), amata e rispettata dal popolo ma soggetta alla corruzione del vil denaro, e i Bostoli (ben descritti nel luogo di Porta Crucifera), temuti per la vicinanza al Dogma ma ben sostenuti da quest’ultimo. Tra i Ghibellini, che fanno capo ai Conti Guidi di Poppi, spiccano la famiglia dei Tarlati di Pietramala (fortezza che sorgeva fra Arezzo e Anghiari), guerrieri dell’Imperatore dai bollenti spiriti, e gli Ubertini (signori del Casentino e di alcune zone del Valdarno), esperti di conoscenza ma anche eccessivamente bramosi di essa. Il Codex Venator di Arezzo ha inoltre introdotto una figura politica unica in tutte le associazioni d’Italia: il Vescovo-Conte, Guglielmino degli Ubertini, vissuto realmente durante il tredicesimo secolo. Abbiamo deciso di inserire questo elemento, così importante per la storia della nostra città, all’interno della sua versione fantasy come effettivo reggente e rappresentante tanto del potere temporale che di quello spirituale: tra i vescovi-conti storici di Arezzo abbiamo infatti membri degli Ubertini, degli Albergotti (famiglia che a un certo punto si è unita ai Camaiani) e ovviamente il più famoso, Guido Tarlati di Pietramala, il cui regno è considerato il periodo storico nel quale si ambienta la Giostra del Saracino.

Se si è interessati a partecipare, è possibile prendere contatti con l’Associazione Arezzo Gaming Club, anche attraverso i numerosi canali informatici.

da “L’Alfiere” – n. IV – 2019, pagg. 10-11