Nella edizione n° 138 di giugno, Gianni Sarrini ha fatto il suo esordio nel ruolo di Coordinatore alla Regia della Manifestazione, in sostituzione di Andrea Biagiotti. Prendendo a prestito una frase del periodo delle esplorazioni spaziali – quanto mai attuali in questo 2019 –  che definì la missione dell’Apollo 13 “un fallimento di grande successo” possiamo  dire  Gianni,  che qualcosa del genere è successo anche a te a giugno. Un debutto quanto mai complicato il tuo, no?

Si, è proprio così. Non era questo l’esordio che mi aspettavo, è stata sicuramente una prova molto difficile e impegnativa. Il pubblico è stato privato del corteggio storico per le strade cittadine ma credo sia stata scelta la soluzione migliore e possibile, stante la situazione. In fondo, pur con disappunto, siamo riusciti almeno a salvare la competizione cavalleresca, il che non è poco, visto come si erano messe le cose.

In effetti, credo si possa dire che tutte le componenti della Giostra e gli attori coinvolti – Amministrazione, Quartieri, Magistratura, Maestro di Campo, Coordinatore alla Regia – hanno operato in maniera efficace e molto professionale, consentendo almeno in parte il regolare svolgimento della manifestazione.

Sono assolutamente d’accordo e va a merito di tutti per come sono andate le cose. Ovviamente ci sono stati disagi, si sono bagnati i figuranti, i cavalli, i costumi ma si è riusciti a limitare i danni. Il nostro Vescovo, assieme a Don Alvaro con grande sensibilità ed attenzione ci hanno permesso di “occupare” praticamente la Cattedrale, al riparo di Giove Pluvio che si stava accanendo sulla Città. L’ho scritto anche nella relazione che ho inviato alla Magistratura, sottolineando la massima collaborazione da parte di tutti prima che si decidesse circa lo svolgimento o meno della Giostra. Appena stabilito ciò, tutte le componenti a piedi si sono recate in perfetto assetto da sfilata in Borgunto, seguendo un percorso alternativo concordato con l’Assessore Gamurrini. I figuranti hanno indossato i costumi, resi pesanti dalla pioggia, con eguale fierezza e decoro, proprio bravi. Infine volevo ringraziare chi mi ha fatto i complimenti, ma ripeto: a prendere le decisioni non sono stato io da solo ma un gruppo di persone, un lavoro gomito a gomito partendo dall’Assessore alla giostra Gianfrancesco Gamurrini, fino a tutti i componenti del gruppo di regia, è stato un lavoro di squadra e non di Gianni Sarrini solamente.

Come hai trovato l’organizzazione, i tempi, le varie fase della Manifestazione? C’è qualcosa che vorresti cambiare?

Ma, da cambiare c’è poco, per due motivi: primo che ormai sono anni e anni che il palinsesto è consolidato e tutti i vari passaggi si sono codificati nel tempo; secondo perché cambiare è abbastanza complicato e richiede tutta una procedura e una catena decisionale abbastanza complessa – anche in ragione dei cambiamenti avvenuti proprio di recente – con la sostituzione della Istituzione della Giostra con un’altra “governance” che prevede la Consulta dei Quartieri, il Consiglio della Giostra ed una presenza e peso dell’Amministrazione Comunale più marcata. Una curiosità in proposito: la figura che io rivesto e definita testualmente “Coordinatore della Regia e non Regista” proprio a marcare un ruolo di esecutore e curatore di un programma e un palinsesto già strutturato e definito. In sostanza, io, come tutti i miei predecessori, carissimi amici prima di tutto e grandi professionisti – Andrea Biagiotti, Assuero Pieraccini, Ettore Tattanelli Bubi, per citarne alcuni – non è che abbiamo grandi spazi di manovra o di iniziativa. Possiamo certamente dare pareri, non a caso per esempio è previsto che dopo ogni edizione della Manifestazione, il Coordinatore di Regia presenti una relazione sull’evento per segnalare e rendicontare un po’ su come il tutto si è svolto.

Sullo specifico della tua domanda qualche idea ce l’ho e ne ho parlato con tutti gli attori coinvolti, per esempio la lettura della dedica lungo la lizza durante la Prova Generale, oppure gli squilli di tromba prima della lettura del punteggio dei giostratori. Poi sono assolutamente fermo nel sostenere la necessità di lavorare sui dettagli: ho visto gente con scarpe normali, alcuni con delle polacchine ed altro, è normale che uno si possa fare le scarpe su misura, ma l’importante è che siano da giostra.

I tuoi rapporti con il mondo della Giostra, con i tuoi collaboratori come sono? Che ambiente hai trovato?

Molto buoni, sia i rapporti con tutti, sia per l’ambiente che ho trovato. D’altra parte due cose segnalo: la prima è che quando l’Assessore nonché grande amico Gianfrancesco Gamurrini mi ha proposto la nomina ho detto che avrei accettato un primo anno per osservare e studiare tutti gli aspetti della Manifestazione e i suoi complessi meccanismi. La seconda: come è noto a tutti, io sono quartierista di Porta S. Andrea da quando sono nato, poi sono stato figurante, maestro d’armi, Aiuto regista, consigliere e ho partecipato personalmente a 36 anni di Giostra. Ecco, diciamo che un pochino la piazza la conosco. Ho attivato una serie di incontri periodici con i Quartieri, con gli Aiuto Regista, con i miei collaboratori ed è così che voglio proseguire, non mi piace la figura di un uomo solo al comando.

da “L’Alfiere” – n. III – 2019, pagg. 2-3