Nel corso degli anni, all’interno del Gruppo Sbandieratori, si è sviluppata una scuola di acrobatica dove alcuni sbandieratori con esperienza di ginnastica artistica, apprendono come abbinare le evoluzioni acrobatiche allo sbandieramento tradizionale.

Tutto nacque nel 1961 grazie alla lungimiranza del prof. Vittorio Dini, che ebbe l’intuizione di creare quella che sarebbe poi diventata il nostro fiore all’occhiello: La Schermaglia.

La schermaglia può essere definita, senza il rischio di peccare di presunzione, una rappresentazione teatrale, dove due sbandieratori si affrontano con la bandiera che, con i suoi variegati mulinamenti, diviene la perfetta metafora di un’arma. La schermaglia rappresenta l’eterna lotta dell’uomo contro un suo simile simbolizzata da un duello a cui fanno da cornice gli altri alfieri.

Nell’ottobre del 1961, il prof. Dini, primo Direttore Tecnico del Gruppo Sbandieratori, contattò l’allora ginnasta aretino di punta Luigi Salvadori, per tutti “il Gigi”, per proporgli una parte nella schermaglia, quella dell’acrobata. Gigi in quel momento volle prendersi del tempo in quanto stava preparando i Campionati Italiani di ginnastica artistica che puntava a vincere, essendo in quegli anni uno dei migliori ginnasti nel panorama nazionale.

La Schermaglia di Luigi Salvadori e Pierpaolo Imparati

Successivamente Gigi accettò l’invito e, assieme a Pierpaolo Imparati, per tutti Andrea, iniziò a lavorare con passione e dedizione a questo innovativo spettacolo che fu presentato per la prima volta a Copenaghen nel 1963 in occasione della settimana italiana.

Salvadori e Imparati furono i pionieri e per molti anni i primi straordinari interpreti che hanno fatto conoscere in giro per il mondo la Schermaglia. Senza il loro lavoro, la loro passione e perseveranza, forse quest’opera sarebbe andata persa.

A seguire, Gigi ideò il singolo acrobatico, esibizione in solitaria dove lo sbandieratore associa in assoluta libertà sbandieramento tradizionale ad evoluzioni acrobatiche. Spesso Gigi proponeva il suo singolo prima del saggio collettivo e della Schermaglia finale.

Successivamente alla presentazione della Schermaglia, altri atleti provenienti dalla ginnastica artistica, si unirono al Gruppo Sbandieratori per affiancare Gigi e per dare forza e continuità al progetto assolutamente unico dello sbandieramento acrobatico.

È intorno agli anni ‘80 dello scorso secolo che nacque l’idea di creare una scuola di acrobatica vera e propria sotto la sapiente e competente guida di Enzo Leprai che, con i suoi metodi innovativi ed una mentalità da vero leader, creò un gruppo capace di eseguire coreografie spettacolari e sempre più difficili. Apripista fu la spettacolare coppia acrobatica di Enzo Leprai con Maurizio Bartalini, a seguito della quale nacquero singoli, altre coppie, il trio acrobatico e squadre composte da 4,5 fino ad un massimo di 6 acrobati contemporaneamente.

I ragazzi che tra gli anni ’80 e ’90 fecero parte di questo fortunato e virtuoso gruppo di acrobati che, con costanza e tanto impegno, riuscirono a creare qualcosa di unico al mondo nel suo genere sono, in ordine alfabetico: Maurizio Bartalini, Andrea Bellucci, Stefano Borghesi, Leonardo Calcini, Enzo Leprai, Paolo Milani, Paolo Severi.

Il trio acrobatico durante una Giostra del Saracino

Dopo i prolifici anni ’80 e ’90, il gruppo acrobati subì un periodo di declino, sia in termini numerici che in termini tecnici. Le cause furono di varia natura, non ultima quella di una fisiologica fine di un ciclo per motivi anagrafici, ma non solo. In quegli anni venne a mancare un gruppo di veterani di riferimento che lavorava insieme per il raggiungimento di obiettivi comuni. Nonostante questo smarrimento e l’assenza di una guida esperta, ci sono sempre stati acrobati che si sono impegnati per far fronte al difficile momento presentando la schermaglia ed esibizioni in coppia. Per varie volte però, nei primi anni 2000, il gruppo dovette rinunciare a presentare la parte acrobatica alle trasferte ed in particolare in piazza Grande in occasione della Giostra del Saracino, dopo che per 40 anni ne era stata protagonista.

Ma come nella vita esistono i cicli, anche la parte acrobatica negli ultimi anni sta piano piano tornando ad occupare un ruolo di primo piano.

Questo compito è stato ereditato da Leonardo Calcini e Paolo Severi che, forti della loro esperienza, stanno trasmettendo la tecnica e l’esperienza che hanno acquisito negli anni, riportando entusiasmo e senso di appartenenza al gruppo. Fondamentale è stato il ruolo dell’attuale gruppo dirigente, presieduto da Giovanni Bonacci, ed in particolare del Direttore Tecnico Stefano Giorgini, che hanno condiviso ed avallato la ripresa di questo percorso formativo.

Con un lavoro capillare basato sia sulla tecnica che sulla parte interpretativa, i nuovi giovani stanno intraprendendo un percorso che li ha già portati a calcare importanti palcoscenici in varie parti del mondo.

Fra i primi ad aderire a questa scuola ci sono Giulio Bonacci, Lorenzo Piazza e Manuel Zarrella ai quali, da quest’anno si sono aggiunti Alessandro Eustorgi e Gabriele Mori.

Questa “abbondanza” di allievi acrobati, ha creato inevitabilmente la necessità di formare nuovi sbandieratori alla tecnica per eseguire la schermaglia. Coadiuvati dai già esperti Lorenzo Buracchi, Massimo Donati, Daniele Serboli, e guidati magistralmente dall’esperto Stefano Martini, hanno intrapreso questo percorso Sirus Casini, Federico Ginestroni e Roberto Vestrini, che con costanza si stanno impegnando in questa nuova esperienza.

L’impegno che questi ragazzi ci mettono è notevole ed è solo allenandosi costantemente due volte alla settimana che riescono a raggiungere armonia e sincronismo curando ogni minimo dettaglio sia tecnico che espressivo.

La scuola acrobatica è un vanto per il gruppo Sbandieratori di Arezzo e grazie a chi si impegna a curarne ogni aspetto sarà tramandata alle nuove generazioni.

Per questo motivo è in lavorazione una guida dove un gruppo di lavoro sta mettendo per iscritto ogni singolo passaggio della schermaglia spiegando sia la tecnica che la parte interpretativa, il tutto coadiuvato da immagini che ne ritraggono i momenti salienti nei vari momenti.

Insomma, gli ingredienti ci sono tutti per continuare a coltivare quella che per noi è un’esperienza straordinaria e che ne siamo certi, sarà per questi ragazzi ricca di soddisfazioni in ogni parte del mondo.

da “L’Alfiere” – n. IV – 2023, pagg. 10-11

Stefano Martini