Molti sanno, ed è stato da più parti scritto, che il Gruppo Sbandieratori nacque ufficialmente nel novembre del 1960 per volere del Dr. Alberto Mario Droandi, all’epoca direttore dell’Ente Provinciale per il Turismo di Arezzo (EPT).  Senza farne l’esegesi, va detto semplicemente, per spiegare le motivazioni che portarono Droandi a creare quella compagine, che l’EPT, ente pubblico controllato e finanziato dal Ministero del Turismo e dello Spettacolo, aveva tra i molteplici compiti istituzionali quello di coordinare e svolgere la propaganda turistica (oggi diremmo promozione turistica) del territorio di propria competenza. Pertanto dopo che l’EPT di Arezzo ebbe modo di partecipare, nella primavera del 1960, ad una “Settimana italiana” a Liverpool con la presenza degli sbandieratori dei quattro Quartieri della Giostra del Saracino, riportando un lusinghiero successo, maturò in Droandi l’idea di creare un gruppo autonomo da utilizzare in analoghe manifestazioni. Per concretizzare l’idea occorreva un istruttore in grado di preparare gli alfieri dei Quartieri ed altri giovani da integrare con essi, ad un diverso tipo di sbandieramento rispetto a quello praticato a “coppie”; in altri termini era necessario creare saggi e coreografie nuove che rendessero effetti spettacolari di sincronia collettiva.

Allo scopo il Dr. Droandi incaricò il Prof. Vittorio Dini per istruire i giovani ad eseguire nuovi movimenti di gruppo che in breve tempo avrebbero caratterizzato lo sbandieramento aretino. Allo scopo Dini condusse approfondite ricerche analizzando numerose pubblicazioni storiche che descrivevano, anche mediante illustrazioni, l’arte degli antichi vessilliferi. Oltre a ciò occorreva realizzare i costumi per il nascente Gruppo. Droandi, che era anche un buon disegnatore, creò personalmente i bozzetti per il primo nucleo di dodici sbandieratori ispirandosi ai colori e all’araldica dei principali comuni della provincia oltre a quello del capoluogo Arezzo. In quel tempo di vivace attività, io ero stato appena assunto nell’EPT ed il Direttore mi affidò, fra l’atro, l’incarico di seguire la parte amministrativa compresa ovviamente la contabilità riguardante il “Gruppo Sbandieratori della Giostra del Saracino”. Così ebbi modo di rincontrare il Prof. Dini, già mio ottimo insegnante di educazione fisica, il quale mi propose di entrare, insieme a mio fratello, a far parte dei nuovi allievi che avrebbero integrato il nucleo degli sbandieratori provenienti dai Quartieri della Giostra.

È superfluo sottolineare che accettai con vero piacere la proposta e da allora diventai uno sbandieratore effettivo svolgendo nel contempo anche la mansione ufficiale affidatami come funzionario dell’EPT. Lo spazio a disposizione purtroppo non mi consente di dilungarmi su questo ed altri argomenti degni di attenzione e quindi, scusandomi con i lettori di questo lodevole foglio, mi vedo costretto ad essere stringatissimo, a trascurare numerosi interessanti accadimenti e compiere “salti epocali”…Dico, in estrema sintesi, che durante la gestione diretta dell’EPT ebbero luogo importanti trasferte del Gruppo fra le quali cito le prime tre all’estero: Harrogate in Gran Bretagna (giugno 1962), Barcellona in Spagna (settembre 1962) e Copenaghen in Danimarca (giugno 1963). Per raggiungere Harrogate tutti noi provammo la prima esaltante esperienza di volo…

Oltre a ciò ovviamente la trasferta fu bellissima e ci insegnò molto anche per la partecipazione a successivi analoghi eventi. Ci inorgoglimmo per le apprezzate esibizioni e fummo contenti per le gradevolissime ore di libertà che trascorremmo con le emancipate ragazze di Albione, oltre che per le interessanti escursioni culturali compresa quella di Londra, ove ammirammo presso la National Gallery, fra le altre, le immense opere del nostro grande Piero della Francesca ivi custodite.

La partecipazione alle tradizionali “Fiestas de la Merced” di Barcelona, assieme ai Balestrieri di Sansepolcro, ci vide immersi in un vero e proprio bagno di folla fino ad allora inimmaginabile. La bella città catalana e la facile comunicazione con la accogliente popolazione rese quella esperienza incancellabile.

Per la trasferta a Copenaghen l’occasione ci fu data da una grande mostra di prodotti italiani. Anche in quella circostanza fummo affiancati dai Balestrieri di Sansepolcro. Nonostante la notoria freddezza dei popoli di quelle latitudini, conseguimmo lusinghieri successi con inaspettate calorose ovazioni avendo presentato per la prima volta la “Schermaglia” pensata e scritta da Dini ed interpretata da Imparati e Salvadori – che da allora divenne il cavallo di battaglia degli Sbandieratori aretini. Sul finire dell’anno 1964, ed esattamente il 12 di novembre, su proposta del Dr. Droandi e del Prof. Dini, coadiuvati dagli ex sbandieratori, dai nominati d’onore e dai militanti, si decise di costituire, con proprio statuto, la “Associazione FolKloristica Sbandieratori di Arezzo” che tuttavia avrebbe ancora operato sotto l’egida dell’EPT, ove peraltro aveva sede. Il mio ruolo di sbandieratore proseguiva con entusiasmo e fui anche eletto più volte componente del Consiglio direttivo del nuovo Sodalizio.

Faccio ora un salto verso il 1967 anno in cui partecipammo ad una importantissima e lunga trasferta – la prima al di là dell’Atlantico – e precisamente a Providence e New York (1967). La missione fu preparata scrupolosamente compresa la parte burocratica, di cui mi occupai io, che comprendeva la non facile acquisizione dei visti che di norma venivano negati agli iscritti al PCI o alla Cgil. Giunti negli States tutto andò nel migliore dei modi e l’accoglienza delle Istituzioni come l’House of Parlament, la Brown University, il Rhode Island College fu di grande soddisfazione per tutti. Notevole e molto particolare fu l’accoglienza delle comunità italiane e naturalmente splendida la visita a New York con esibizioni al Rockefeller Center (ove fummo ripresi dalla TV italiana con commenti e interviste di Ruggero Orlando), a Central Park e nel giardino della residenza del Delegato ENIT alla presenza di numerosi giornalisti e TV. Al rientro dagli USA ci attendeva ad Arezzo un evento eccezionale che non si è più replicato: i “Giuochi Internazionali della Bandiera” (luglio 1967) ove facemmo man bassa di medaglie e trofei. Mio fratello ed io riuscimmo, con grande gioia, a conseguire il quarto posto nella gara a “coppie” che non era certo una specialità dello sbandieramento aretino. Ci ripetemmo anche l’anno successivo ai Giuochi di Faenza.

Ma eccoci giunti a quella memorabile ed irripetibile trasferta di Città del Messico, ove il 12 0ttobre 1968 presenziammo alla inaugurazione della XIX Olimpiade riscuotendo un successo strepitoso con una perfetta esibizione in mezzo allo stadio oltre ad un giro della pista in tartan fatto di scambi, lanci e corse tra gli scroscianti applausi dei circa centomila spettatori al grido di incitamento e consenso, tipico degli sportivi messicani, che sostituirono la parola Mexico con Italia: “Ala bio, ala bao, ala bim bum ba, Italia, Italia…ra, ra, raaa…! La fatica fu smisurata, ma la consapevolezza di essere dentro quell’evento speciale riempì i nostri cuori di immenso gaudio e di emozioni inenarrabili che porteremo con noi per tutta la vita. Mi spiace, per i motivi già detti, di non poter aggiungere tanti altri particolari della trasferta e delle plurime performances eseguite, per quel pubblico inusitatamente caloroso, sia nella Capitale che in altre città messicane. Ometto di ricordare altri numerosi eventi e trasferte a cui partecipai fino al 1976/77. Salto ancora per giungere al finire del 1984 quando mi fu richiesto dallo storico Presidente ed amico, Dr. Carlo Dissennati, di rientrare a far parte ufficialmente del Consiglio direttivo degli Sbandieratori – quale membro di diritto – rivestendo la carica di Direttore dell’EPT. Da quella data ho svolto anche la funzione di Segretario-Provveditore dell’Associazione per circa tre lustri. Durante quel periodo molteplici ed importanti sono state le attività e le iniziative da me intraprese sia nella veste di Direttore dell’EPT (trasformato poi in Azienda di Promozione Turistica, APT) che in qualità di Segretario-Provveditore del Sodalizio.

Ricordo di avere organizzato memorabili trasferte e vere e proprie tournée in varie parti del mondo. Ne cito alcune: Argentina, Cile, Uruguay, Brasile, Giappone, Sud Africa, Israele, Stati Uniti, Taiwan, per non dire di quelle, numerose, nei paesi europei. Qui mi fermo, ma sottolineo di aver potuto dedicare solo dei flash alle mie esperienze e conoscenze sulle attività del Gruppo e dell’Associazione Sbandieratori dalla loro costituzione all’anno 2000, anno in cui ho lasciato la direzione dell’APT dopo quarant’anni di servizio. Aggiungo soltanto che nel 1998 curai, con il patrocinio dell’APT, la realizzazione di un apprezzato volume di rappresentanza dal titolo “Gli Sbandieratori di Arezzo” con mie fotografie e progetto grafico.

Debbo infine esprimere il mio compiacimento a tutti coloro, che a vario titolo, si prodigano per gestire al meglio il Sodalizio degli Sbandieratori che ormai va considerato, senza alcun dubbio, patrimonio “storico” della nostra città.

da “L’Alfiere” – n. I – 2017, pagg. 10-11 e n. II – 2017, pagg. 10-11