Grazie alla complicità di Stefano Martini – prima suo compagno di scuola, poi con lui alla ginnastica artistica dei Vigili del Fuoco, insieme infine come Sbandieratore – è stato un piacere incontrare presso la nostra sede, Gianni Santucci, ospite in occasione della edizione notturna del 18 giugno della Giostra del Saracino.

Gianni Santucci, sbandieratore dal 1978 al 1981

Gianni ha fatto parte del nostro Sodalizio per un breve periodo – dal 1978 al 1981 – come acrobata, poi la sua passione e soprattutto la sua bravura lo hanno portato a raggiungere traguardi ed obbiettivi fantastici in giro per il mondo. Il suo trampolino di lancio, nel vero senso del termine, è stata una famosa trasmissione della RAI condotta da Raffaella Carrà, nella quale ha partecipato prima come ballerino e poi come coreografo.

Allora Gianni eccoci qua. Intanto che bella sorpresa essere qui con noi in questa serata speciale per gli Sbandieratori e per la Città. Io ho fatto solo l’introduzione, adesso parla tu, raccontaci un po’ di te.

Grazie a voi per avermi ospitato qui stasera e grazie a Stefano che mi ha dato questa possibilità. Certamente è stato come un ritorno a casa, ho visto fotografie di acrobati, del Gigi Salvadori, in una ci sono anche io…che emozione e che ricordi. Sono stato campione italiano nella specialità degli anelli oltre che varie volte campione toscano. Poi il ballo, la coreografia hanno preso il sopravvento e la mia strada si è delineata. Anche per questo la mia permanenza nel gruppo Sbandieratori è stata breve anche se intensa e che porto sempre nel cuore.

Attualmente vivo e lavoro a New York, dove seguo e curo le coreografie per conto di agenzie e compagnie soprattutto di spettacoli lirici in tutto il mondo. Dire che vivo è azzardato: in realtà ho sempre la valigia pronta e il mio lavoro mi porta ora a S. Pietroburgo, domani a Taiwan, dopodomani in Giappone o in Belgio magari. Ma è una bella vita mi riempie di soddisfazione, amo il lavoro che faccio.

Di recente eri stato ancora con noi, quando hai fatto parte della piccola giuria che avevamo scelto per verificare e giudicare la gara interna fra sbandieratori organizzata dal Direttore Tecnico Stefano Giorgini. Che impressione ne hai tratto?

Prima di tutto ripeto che allora come in questi giorni, provo delle emozioni e delle sensazioni fantastiche ritrovando vecchi amici con i quali solo con uno sguardo, senza tante parole, ritrovo il feeling e i ricordi di un periodo fondamentale della mia vita. Per quanto riguarda il Gruppo e l’aspetto più squisitamente tecnico, come coreografo non posso che confermare la buona impressione e la piacevole novità di uno spettacolo che si è evoluto, organizzato senza perdere però i caratteri che ne hanno contraddistinto sempre la unicità e la specificità.

Mentre io e Gianni parliamo, Stefano ci interrompe per sottolineare che lui non lo dice perché è un ragazzo semplice e modesto, ma in realtà ha vinto un Golden Globe, ha realizzato coreografie per serie, film e documenti storico-cinematografici su Leonardo da Vinci, i Medici, i Borgia e attualmente lavora a un media-metraggio di promozione per la Regione Puglia attraverso un giallo comico/umoristico.

Nel tuo peregrinare per il mondo, ti manca Arezzo, i tuoi legami o ormai ti senti un cittadino del mondo?

Certo che mi manca, anche se oggi con la velocità degli spostamenti o con le opportunità della rete è più facile comunque mantenere i contatti e rivedere o sentire i vecchi amici. Voglio ricordare solo un aneddoto per dirla tutta. Durante il lockdown dovuto alla pandemia sono riuscito a rientrare ad Arezzo e a rimanervi. Ebbene, spesso, nei pochi momenti di “libera uscita” mi sono ritrovato da solo in P.za Grande a sbandierare, facendo lanci e movimenti per la curiosità dei pochi coraggiosi che erano in giro!!

 

La nostra piacevole conversazione volge al termine e a noi non resta che ricordare e sottolineare ancora una volta che questa terra, con le sue tradizioni, la sua storia, la sua cultura, non finisce mai di stupirci e la scoperta tardiva, spesso colpevolmente succube di un modernismo di maniera ci porta a dimenticare o trascurare eccellenze che nobilitano e riscattano questi “botoli ringhiosi”.

da “L’Alfiere” – n. III – 2022, pagg. 14-15

Sergio Rossi