Sabato 17 settembre u.s. si è svolta a Faenza, la 16° edizione del Memorial Sandro Sabbatani, Torneo Nazionale Sbandieratori e Musici over 36, organizzato dal Gruppo Municipale Niballo Palio della cittadina emiliana, al quale hanno partecipato oltre 200 fra sbandieratori e musici in rappresentanza di molte delle principali città italiane fra quelle storiche di Palio o di Giostra: Faenza, in gara con una sessantina di atleti fra sbandieratori e musici di quattro rioni: Borgo Durbecco, Nero, Rosso e Verde, Ferrara, Lugo di Romagna, Fossano, Volterra, Querceta, Arezzo, Forte dei Marmi e Serravezza. Sette le specialità previste: singolo, coppia, piccola squadra (composta da 4 a 6 atleti), grande squadra (da 8 a 16 atleti), la gara del tamburino (che accompagna singoli e coppie), la gara dei musici (che accompagnano le piccole e grandi squadre) e la categoria acrobatica (abbinata alle discipline di singolo e coppia). Il nostro Gruppo, dopo qualche partecipazione limitata e sporadica degli anni passati, in questa occasione, nel prosieguo del coinvolgimento e del ritorno degli “sbandieratori anziani” all’interno della Associazione, con il sostegno e l’approvazione convinta ed entusiasta del Consiglio Direttivo, si è presentata con una squadra ben nutrita e efficiente. Anche se un po’ appesantiti nel fisico e nel fiato, con qualche capello argentato in più, si sono esibiti i tamburini Rodolfo Grotti, Sergio Rossi e Marco Montini, le trombe Edo Bonucci e Stefano Bulletti, gli sbandieratori Claudio Dini, Carlo Lobina, Gino Monaci, Andrea Imparati, Marco De Prizio, Leonardo Calcini, Giorgio Landini, Bracciali Piero, Rossano Gallorini. I nostri “ragazzi”, con in testa l’alfiere più rappresentativo che potessimo portare, Andrea Imparati, hanno presentato una piccola squadra a sei e una grande squadra a otto ed hanno dato sfoggio della tecnica e delle caratteristiche specifiche che hanno sempre contraddistinto gli Sbandieratori di Arezzo.

Non hanno vinto nessun premio e non si sono classificati ai primi posti nelle varie categorie, ma questo non era certamente il motivo – vincere qualche coppa – che ha animato lo spirito dei nostri alfieri e la loro partecipazione all’evento. La nota infatti più positiva ed emozionante sono stati i ricordi, gli abbracci, i saluti calorosi che tanti dei partecipanti si sono scambiati e che hanno rappresentato il vero filo conduttore, lo spirito, la passione per lo sbandieramento, per la tradizione di questo antico sport da parte, appunto, di sbandieratori e musici “over 36”. In realtà, invece, entrando nello specifico e nel merito della giornata e dell’evento, si è ripetuto e si è visto quello che nel tempo e nelle precedenti vicende della Federazione Nazionale ed Internazionale degli Antichi Sport delle Bandiere, era emerso ed era conclamato. Cioè una cosa è federare e organizzare una disciplina che è fatta di tradizioni, cultura, tecnica fra città e storie diverse e una cosa è pensare ed organizzare “competizioni, gare, classifiche” fra metodi, attrezzature, tecniche completamente diverse – ed ognuna si intende legittima, specifica, valida – ma appunto perché specifica, quindi diversa, unica, non ripetibile, non omologabile, non classificabile.

La nostra Associazione, anima e germe fondativo proprio della Federazione, allorquando emerse e si delineò una siffatta tendenza ed inclinazione, senza spocchia, senza protervia ma proprio mettendo in guardia dai rischi di tali scelte, uscì dalla stessa, contestando e rifiutando una filosofia di gara, di competizione, di differenziazione che desse origine ad una classifica di merito, di valore. Tutti gli sbandieratori, tutte le tecniche viste anche a Faenza il 17 settembre sono valide, sono portatrici di valori, di storia, di tradizioni, di cultura ma ognuna di esse è specifica, è unica, ha le sue caratteristiche e pensare di ”misurarle” o “classificarle” secondo metri di giudizio standard e codificati, oltreché sbagliato nel merito e nel metodo, fa innanzitutto un torto ad ognuna di esse. Le nostre bandiere, le nostre aste, le nostre coreografie non sono uguali a quelle di nessuna altra associazione, come le nostre musiche e i nostri rulli hanno una funzione ed una finalità diverse da quasi tutte quelle che abbiamo ascoltato a Faenza. Attenzione, non sono migliori o peggiori. Sono semplicemente diverse. E questo è stato notato, apprezzato, evidenziato. Come detto poc’anzi, non abbiamo riportato nessuna medaglia e nessuna coppa, ma possiamo assicurare di avere ricevuto, di aver ascoltato, di aver percepito espressioni e commenti di apprezzamento e di congratulazioni per un’esibizione che ha messo in mostra proprio la specificità di Arezzo, la tecnica, le coreografie di quella scuola che unanimemente è ritenuta e riconosciuta come la prima, la più prestigiosa e la promanatrice di tutto quel mondo dello sbandieramento che poi si è dipanato nel tempo. E questo non è poco e pur senza riportare medaglie o trofei, pensiamo di aver riportato il rispetto, l’ammirazione e il plauso del pubblico, ma soprattutto di tanti esperti e estimatori.

E questo, invece, è tanto.

da “L’Alfiere” – n. III – 2016, pagg. 4-5