Ciao Nico, amico mio.
Ancora non mi sembra possibile che tu ci abbia lasciato così a 45 anni.
Ricordo ancora bene quando da ragazzini, durante uno dei nostri ritrovi ai giardini, tra un calcio al pallone e una battuta, mi invitasti a partecipare alla vita di quartiere. Io ti seguii con gioia ed entusiasmo, così come facesti tu l’anno successivo quando decidesti di entrare a far parte degli Sbandieratori; oltretutto eri “figlio d’arte” e tuo padre ne fu entusiasta.
Purtroppo però una sera non ti vidi arrivare in palestra. Un brutto incidente con quel motorino ti mise in salita la strada della vita, ma tu con la tua tenacia e la tua grande voglia di vivere, che ti ha sempre contraddistinto, riuscisti a riprenderti, anche se qualche volta affrontare la quotidianità diventava assai difficile…
Il tuo aver avuto bisogno ti portò ad essere sempre disponibile ad aiutare gli altri, sempre presente dove c’era necessità.
Da lì poi il tuo ingresso in Croce Rossa e nelle altre associazioni di volontariato.
Noi comunque non stavamo molto tempo senza vederci, passavi spesso a trovarci agli allenamenti o alle serate in sede. Anche lì, sempre col sorriso, davi la tua disponibilità a dare una mano dove c’era bisogno.
Non so dove tu sia adesso, spero solo tu possa aver trovato la serenità che meriti e che tu possa continuare a suonare il tuo tamburo a testa alta e con fierezza così come facevamo insieme.
da “L’Alfiere” – n. I – 2020, pagg. 16