Ad un anno esatto dalla nomina e nel bel mezzo di un 2016 straordinario per la Giostra, la parola a Franco Scortecci, Presidente della Istituzione Giostra del Saracino, la cabina di regia della manifestazione.

Presidente, prima di tutto una presentazione. Quali sono il ruolo e la funzione istituzionale dell’Organismo che Lei presiede e come è composto?

«Come è noto, l’Istituzione Giostra si propone di mantenere, promuovere e sviluppare nel tempo la Giostra del Saracino quale patrimonio storico-culturale della città di Arezzo e delle sue più consolidate tradizioni. Ha pertanto il compito di organizzare annualmente tutte le iniziative inerenti la festa e curarne quindi tutti gli aspetti regolamentari, economici e promozionali. Il CDA è composto dal Sindaco, che delega la sua funzione ad un presidente, e dai rettori dei quattro quartieri; il primo cittadino, sentito il consiglio, affida poi l’incarico di Direttore dell’Istituzione ad un dipendente comunale che presiede l’ufficio».

Che cosa ha trovato come metodo di lavoro e di programmi, cosa ha cambiato o ha intenzione di cambiare?

«Sicuramente chi mi ha preceduto ha svolto un ottimo lavoro, per questo non posso fare a meno di ricordare Angiolo Agnolucci, presidente stimato e apprezzato da tutti. La scelta della mia persona da parte del Sindaco è finalizzata alla gestione ordinaria delle manifestazioni, ma anche a promuovere la città attraverso la Giostra. Uno dei miei obiettivi è quello di riconoscere un ruolo di rilevanza, oltre che ai quattro quartieri, anche agli altri protagonisti della festa quali Sbandieratori, Musici e Signa Arretii. Il mio sogno è quello di far crescere la cultura della Giostra agevolando anche i vari gruppi giovanili, sia come momento importante di aggregazione, sia come palestra per i nuovi dirigenti: la Giostra non solo come divertimento di quartieristi, ma patrimonio della nostra Comunità».

L’Istituzione è la parte politica-amministrativa della manifestazione ma c’è poi tutta la struttura e l’Ufficio Giostra che lavorano durante l’anno. Come è organizzata da parte dell’Amministrazione Comunale la gestione dell’evento?

«Oltre la parte politica, che indica le linee guida, c’è l’ufficio Giostra: nei locali di via Bicchieraia si svolge un lavoro sicuramente poco riconosciuto ma di grande valore, basti pensare ai circa 35 bandi di concorso per appaltare i servizi, insieme a tutte le funzioni di ordinamento, gestione, organizzazione e controllo che impegnano i dipendenti comunali per 12 mesi l’anno. Il nostro ufficio è composto da una squadra formidabile che non finirò mai di ringraziare».

Appena qualche giorno fa si è svolta l’edizione straordinaria della Giostra dedicata al Giubileo della Misericordia. Cosa ha rappresentato questa occasione per la Città?

«È stata una grossa operazione di marketing territoriale che ha dato l’opportunità di accendere i riflettori sulla nostra città con i suoi patrimoni e i suoi valori. L’esposizione della lancia d’oro di Ivan Theimer ai Musei Vaticani ci ha riservato qualcosa come 5.000 persone al giorno, una media di 500 ogni ora, che hanno potuto ammirare la nostra tradizione; la benedizione impartita da Papa Francesco, poi, è stato un privilegio che solo la Giostra può vantare nella storia».

I Quartieri sono l’elemento fondante ed essenziale della Giostra del Saracino: cosa fanno, cosa dovrebbero fare di diverso o di meglio per lo sviluppo e la crescita della manifestazione?

«I Quartieri fanno già tanto svolgendo l’attività nel corso di tutto l’anno: da quando ci sono i campi pratica le attività non cessano mai e questo ha fatto aumentare anche i costi, obbligando i rioni a svolgere iniziative per raccogliere risorse e facendo vivere 365 giorni le attività. La cosa positiva in tutto questo è il coinvolgimento di tantissimi giovani che si impegnano e che grazie al lavoro di tanti quartieristi crescono e si responsabilizzano».

Alcuni episodi recenti o nella edizione di giugno sono stati caratterizzati da incidenti e scontri fra figuranti e appassionati, sia durante la sfilata che in piazza Grande. Che giudizio dà di questi episodi e cosa l’Istituzione può, deve o vuole fare?

«Sicuramente queste persone non vogliono bene alla Giostra. Purtroppo la nostra festa necessita di una crescita culturale e di un impegno da parte di tutti per cambiare le cose. Come Istituzione cercheremo di sensibilizzare sempre più i cittadini e i Quartieri, che a mio parere hanno una grossa influenza sui loro quartieristi e possono isolare le mele marce».

da “L’Alfiere” – n. II – 2016, pagg. 10-11