Domenica 22 settembre il Gruppo Sbandieratori è stato ospite della dodicesima edizione della manifestazione “Vivere lo sport Arezzoabilia”, evento organizzato dalle associazioni Coni e Uisp con il fine di promuovere e far conoscere le realtà sportive della città di Arezzo. L’evento, come accaduto negli anni passati, ha permesso alle varie associazioni di presentare con stand e giochi la propria attività e la propria disciplina sportiva a tutti i partecipanti. Il mese di settembre è infatti quel periodo dell’anno nel quale iniziano i vari corsi e le nuove attività fisiche e tutti gli interessati, grandi e piccini, hanno la possibilità di vedere nella verde vetrina del Parco Pertini gli sport praticabili nel nostro territorio. Settembre è anche il momento nel quale le nuove leve degli Sbandieratori si avvicinano al Gruppo e la nostra partecipazione alla manifestazione “Vivere lo sport Arezzoabilia” è dunque importante non solo per lo spettacolo ma per la apertura ai giovani che vogliono entrare nel mondo della bandiera e delle nostre musiche. Inserendo una piccola nota nell’articolo dev’essere detto che i nuovi arrivati nel Gruppo sono giovani affiatati che, in alcuni casi, si sono anche già meritati il loro nuovo soprannome da sbandieratore.

L’esibizione di fine settembre è stata però importante anche per il luogo nel quale la Associazione Sbandieratori si è esibita. La manifestazione ha avuto luogo al Parco Pertini di Arezzo, popolarmente noto come il parco di zona Giotto oppure, anche più semplicemente, il parco Giotto. L’area verde della città nel momento dell’esibizione risultava interessata da ampi interventi di manutenzione ed innovazione destinati a mutare il volto del parco a favore della fruibilità e del decoro. Se da una parte l’abbattimento del famoso “muretto delle mucche” ha lasciato un sapore amaro in bocca agli appartenenti delle generazioni che hanno giocato all’ombra di tale costruzione, dall’altra le varie modificazioni rendono e mantengono il parco un vero e proprio salotto cittadino. In particolare gli interventi riguardano l’irrigazione, la manutenzione degli alberi, dei vialetti, dei giochi e della zona del bar, l’inserimento di una grande fontana nella vasca che un tempo ospitava i cigni ed altre innovazioni per la pulizia e la sicurezza.

L’attuale profilo verde del parco, vivo e ravvivato dalla presenza dei numerosi aretini che lo vivono risulta sorprendente se si pensa che questa parte della città, oggi animata da alberi, panchine e colorati giochi per bambini, un tempo fu occupata da giganteschi stabilimenti industriali, uffici, posteggi e imponenti macchinari. Ogni cittadino di Arezzo, anche delle generazioni più giovani, può contare un amico o un parente che sia stato un lavoratore del “fabbricone” e che abbia visto la propria vita scandita dalla sirena dello stabilimento. Anche noi come gruppo Sbandieratori possiamo vantare tra i lavoratori del fabbricone il nostro Socio Roberto Ridolfi, anche meglio noto con il suo soprannome Berto.

Quando si parla del fabbricone ci si riferisce alla Società Anonima Costruzioni Ferroviarie e Meccaniche (la S.a.c.f.e.m.) che, costruiti gli stabilimenti nel 1906, iniziò la propria attività alla fine del 1907, nella zona che all’epoca occupava la prima periferia cittadina. Negli anni della Prima Guerra Mondiale fu uno stabilimento, sotto il controllo dello Stato, utilizzato per la produzione di componentistica di aerei e materiale bellico. Successivamente, anche per alcuni di momenti di crisi, venne assorbita dalla società Bastogi S.p.A (costituita a Torino nel 1862 e tutt’oggi attiva nel mercato) iniziando l’attività di produzione di carrelli ferroviari, ponti stradali e gru. Dopo la Seconda Guerra Mondiale fu eseguita la ricostruzione degli impianti danneggiati dai bombardamenti e la produzione riprese così da potersi occupare della ricostruzione dell’impianto ferroviario italiano. Gli anni ’60 furono invece interessati da una diminuzione della attività e da contrasti con gli attivi lavoratori, i quali videro sempre la città ed i concittadini schierati al proprio fianco nelle proteste. Nel 1965 venne infine approvato il nuovo piano regolatore generale della città che dispose lo spostamento degli impianti in località Pescaiola e lo smantellamento del fabbricone con la creazione di una area verde e di edilizia residenziale.

La storia della S.a.c.f.e.m. è quella di una realtà industriale che ha insegnato un mestiere a numerosi aretini, che ha dato lavoro ad una città e ne ha trasformato il volto, creando un impianto industriale di dimensioni notevolissime alle porte dell’allora periferia. La realtà industriale ha portato tuttavia con sé anche profonde ferite che si sono concretizzate in aspri confronti sindacali e in numerosi incidenti sul lavoro sia istantanei sia prolungati nel tempo con malattie legate all’uso di determinati strumenti e materiali. A seguito di questo pensiero risulta di straordinario risultato vedere le manifestazioni sportive, le nostre bandiere e i nostri strumenti animare oggi un parco cittadino amato dagli aretini e dalle istituzioni e diventa doveroso un ulteriore pensiero anche alle persone che un tempo hanno lavorato ed oggi lavorano nelle non sempre facili realtà dei fabbriconi.

da “L’Alfiere” – n. IV – 2019, pagg. 12-13