Martina Municchi, Presidente del Consiglio della Giostra del Saracino si racconta ai lettori de l’Alfiere. Martina, intanto presentati.

Sono Martina Municchi, 30 anni, architetto, quartierista di Porta Crucifera, appassionata di Giostra da sempre. Il mio nome è stato proposto dall’allora Assessore Gianfrancesco Gamurrini, a fronte di alcuni lavori grafici per il Comune, come la realizzazione del fazzoletto istituzionale. Una volta nominata, sono poi stata votata dai componenti del gruppo per rappresentare la figura di Presidente del Consiglio della Giostra del Saracino, subito dopo l’approvazione del nuovo Organigramma della Ex Istituzione. Il Consiglio della Giostra è un Organo Consultivo che si affianca alla Consulta dei Quartieri e che insieme monitorano tutte le sfumature della Manifestazione. L’Organismo che io presiedo ha carattere consultivo, nel senso che può proporre, suggerire, richiedere modifiche, interventi e/o altro alla organizzazione dell’evento ma tali indirizzi devono essere poi approvati e resi operativi dalla Consulta dei Quartieri.

Il Consiglio della Giostra è formato da un rappresentante di ogni quartiere e uno per ogni Associazione – Signa Arreti, Gruppo Musici e Sbandieratori di Arezzo- e ha il compito principale di occuparsi della parte scenografica della Manifestazione, mantenere e preservare la storicità della stessa, organizzare eventi, mostre e quant’altro possa essere utile a rafforzare e sensibilizzare i cittadini al rispetto della tradizione e della unicità della Giostra.

Subito una domanda di attualità: Una donna ai vertici della Manifestazione  in un consesso di soli uomini e all’interno di uno scenario tipicamente maschile: che puoi dirci in proposito?

Io mi trovo benissimo e lavoriamo in perfetta armonia come una vera squadra. A volte ci sono scelte non da tutti condivise ma si va comunque avanti: la diversità di opinione e anche di genere arricchisce il dibattito e favorisce la soluzione. Spero e lavoro altresì affinché ci sia un maggiore coinvolgimento femminile nei ruoli dirigenziali dei Quartieri, delle Associazioni e che la presenza delle donne non sia solo quella delle dame nel Corteggio Storico. D’altra parte questa è una fase di crescita e cambiamento lenti e sono ancora indispensabili il contributo e la partecipazione di “veterani, esperti” che inevitabilmente sono tutti uomini, ma sono certa che non si arresterà perché vedo in giro tanta passione, partecipazione ed entusiasmo fra le giovani generazioni e guarda caso sono per la maggioranza “al femminile”!!

Nuova organizzazione della Manifestazione, Fondazione Arezzo Intour, maggiore attenzione dei media, fervore dei Quartieri. Pare essere un momento magico per la Giostra del Saracino. Sei d’accordo? Che giudizio dai in merito?

Sono assolutamente d’accordo. A mio parere stiamo assistendo ad una crescita qualitativa e quantitativa della Giostra, grazie proprio all’impegno e al lavoro di tutti i soggetti citati. Ritengo opportuno ringraziare l’impegno dell’Amministrazione Comunale e di ogni singolo componente che lavora dietro le quinte della Giostra, ma non posso non sottolineare l’importanza e l’amore che dedicano i Quartieri e le Associazioni affinché la macchina giostresca funzioni sempre al meglio. Senza di loro non sarebbe Giostra. A fronte di tutto ciò, che sottolineo in ogni caso è assolutamente positivo, rilevo che questa crescita è impulsiva, a volte scoordinata se non quando caotica.

Martina Municchi, Presidente del Consiglio della Giostra

Per qualche aspetto per esempio rischiamo di perdere la storicità che l’evento richiede. Mi riferisco al ruolo, al decoro, al rispetto della tradizione che deve – o dovrebbe – essere sempre presente per  ogni singolo attore, dal figurante che entra  in Piazza, all’attività sociale e di aggregazione  che hanno i Quartieri e via di seguito. Va bene socializzare …ma  non solo discoteca,  cene o aperitivi. Più cultura e storia, a fianco certamente anche del divertimento, insomma.

Sbandieratori. Due  parole su di noi?

Intanto dico subito che sono onorata di questa “chiacchierata” che volutamente non definirei intervista ma piuttosto un piacevole intermezzo fra appassionati e amanti della Giostra del Saracino.

Voi siete e rappresentate il colore e il ritmo della Manifestazione e lo siete, insieme alle altre Associazioni con le quali collaborate e collaboriamo tutti insieme. La Giostra non è solo Giostratori e Quartieri ma anche il resto, tutto il resto, come appunto gli Sbandieratori e gli altri. Voi aprite il corteggio storico e la Giostra inizia quando entra l’Araldo in P.za Grande e non solo quando entrano i cavalieri. Apprezzo particolarmente poi la scelta di presentare un saggio sempre diverso, legato e richiamato alla dedica di ogni singola edizione. Poi infine, rappresentate, al meglio, Arezzo, la sua storia, la sua cultura in tutto il mondo e tutti dobbiamo esservi grati.

Per concludere Martina, c’é qualcosa che vorresti cambiare, aggiungere o modificare nello svolgimento e nella organizzazione?

Noi, Consiglio della Giostra, come ho detto prima, possiamo solo proporre e/o suggerire modifiche e io rivedrei certamente l’organizzazione delle prove dei giostratori nella settimana che precede la Manifestazione: troppo lunghe, laboriose un po’ farraginose a mio parere. Ritengo inoltre che sia le prove in piazza che la Prova Generale non siano abbastanza rispettate dal punto di vista del decoro. Se è vero che è l’occasione anche per far entrare in piazza e vestire quartieristi e appassionati i più disparati è anche vero che lo scopo principale sarebbe invece proprio quello di “far provare” in tempo reale tutto il palinsesto ai figuranti che in effetti poi dovrebbero essere gli stessi che si vestono per la Giostra del sabato o della domenica. Tra l’altro anche per l’occasione è prevista una dedica, vengono rifinite le ultime cavalcature e lo stato delle “cosiddette riserve” quindi, ripeto, a mio parere occorrerebbe dare più lustro all’evento.

Infine come suggerimento, ma non solo, in quanto per quello che compete al Consiglio ci stiamo molto adoperando in merito, ritengo che si debba incentivare e sviluppare ancora di più il rapporto con le scuole, con i bambini e gli adolescenti per far veramente crescere la cultura e la storicità di questa nostra splendida Manifestazione.

da “L’Alfiere” – n. IV – 2022, pagg. 12-13

Sergio Rossi