Roberto buongiorno. La domanda è d’obbligo, dopo Giancarlo Felici, il mitico e leggendario Rettore, un altro Felici al timone di comando del Quartiere. Che significa, questo, con quali idee e obbiettivi?

Certamente mio padre qualcosa di buono mi ha insegnato, in primis mi ha trasmesso proprio la grande passione per la Giostra e l’attaccamento al Quartiere. Ma il vero motivo del mio impegno diretto e in prima persona è frutto anche di una riflessione che ho fatto, con alcuni amici e sostenitori del Quartiere, dopo anni nei quali eravamo rimasti un po’ ai margini della manifestazione, i risultati mancavano; ecco per questo abbiamo deciso di metterci la faccia, di smettere di stare a guardare e abbiamo ritenuto di impegnarci in prima persona. Abbiamo presentato un programma di attività, di obbiettivi sui quali abbiamo chiesto di votarci, darci fiducia, farci provare. Ed eccoci qui. Cercheremo di operare con la collaborazione di tutti.

Dal punto di vista strettamente tecnico e delle strategie per la piazza, quali sono gli elementi e le intenzioni, c’è un ruolo, si dice anche per Martino Gianni?

Punteremo sui nostri giostratori che sono in gamba e che hanno il sostegno di tutto il Quartiere e che già hanno dimostrato le loro potenzialità. Abbiamo affidato a Maurizio Orlandi, un professionista nel suo campo, il ruolo di preparatore. Con Martino Gianni c’è innanzitutto un grande rapporto di stima ed amicizia anche personale ed in questo momento i suoi consigli, sono e saranno di grandissimo aiuto per la crescita dei nostri fantini.

Parliamo di Quartiere più in generale. Come noto anche a te, i Quartieri, tutti, sono molto cresciuti negli ultimi anni, diventando veri e propri centri di attrazione e aggregazione per i quartieristi ma non solo. Come vedi ma soprattutto cosa significa tutto questo?

Vedo molto bene questa crescita. Purtroppo noi abbiamo, come noto a tutti, un serio problema di sede, sia per le attività strettamente tecniche ed organizzative del Quartiere ma soprattutto le attività sociali, del circolo, del comitato giovanile. In proposito abbiamo in corso dei contatti con l’Amministrazione Comunale per risolvere la questione, ci sono delle opzioni in campo, vediamo, sono fiducioso che presto troveremo una soluzione a questo problema. Mi preme, permettimi, sottolineare questo aspetto perché come sai, noi a Porto del Foro abbiamo anche una grande tradizione per le attività sociali, per la solidarietà per esempio, e una sede adeguata e un Quartiere vissuto e frequentato da appassionati e sostenitori, soprattutto giovani è proprio uno dei punti del programma e di obbiettivi di cui accennavo all’inizio – per esempio un ritorno alla importante cena medioevale – ed i Quartieri sono diventati momenti ed occasione di festa, aggregazione, divertimento nel segno della passione ma anche nel rispetto delle regole e della sicurezza.

Un’ultima domanda è d’obbligo, su di noi: come vedi gli Sbandieratori di Arezzo, il loro ruolo all’interno della Giostra, la loro presenza?

Il ruolo degli Sbandieratori è essenziale all’interno del mondo della Giostra: è l’elemento di grande spettacolo di contorno e preludio al torneo cavalleresco vero e proprio ed è apprezzato giustamente sia da tutti gli aretini – a prescindere dal quartiere di appartenenza – ma soprattutto dai tanti ospiti e turisti che vedono la manifestazione. Anzi io avrei anche una idea che potremmo approfondire con voi, con i vostri dirigenti: organizzare qualche evento durante l’anno, al di fuori dei periodi di Giostra, soprattutto con le scuole per far conoscere, avvicinare le giovani generazioni a questa nostra splendida manifestazione che è la Giostra del Saracino. Con l’interesse reciproco e l’impegno a risentirci su questa interessante idea ci salutiamo dandoci appuntamento in Piazza Grande il prossimo 23 giugno.

da “L’Alfiere” – n. II – 2018, pagg. 14-15